MARCO D AURIA
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BIOGRAFIA
Marco D'Auria nasce a Roma nel 1956 e sin da piccolo dimostra una chiara ,naturale tendenza al disegno.
Finite le scuole secondarie ,entra al Primo Liceo Artistico di Roma,dedicandosi ad uno studio intensoed esplorando l'intero campodisciplinarecorrelatoa questa forma espressiva.
Si specializza cosi',in disegno, pittura,architettura e scultura, che rappresentano ancor oggi i suoi punticardinalid'azione.
A soli 17 anni inaugura al palazzo dei congressi dell'Eur la prima di una lunga serie di mostre - tra personali e collettive indefessa attivita'professionale. 
Spirito eclettico , animato da un'insaziabile desiderio d'esplorazione e di ricerca ,sperimenta vari tipi di tecniche, dall'olio alla tempera , all'uso dell'acrilico . 
In pittura dedica estrema attenzione al tema paesaggistico , per approdare piu' tardi all'indagine sistematica della natura morta ,senza mai cedere alle prorompenti suggestioni ed alle lusinghe delle molteplici tendenze in voga negli anni della seconda avanguardia , dall'astrattismo al linguaggio spaziale . 
In parallelo, nel settore della scultura con la creta ,realizza coinvolgenti lavori in terracotta ,mentre per anni riserva tempo e spazio all'esplorazione della pittura su vetro. 
Con questo variegato ventaglio di attivita' si afferma prestissimo in campo laziale e non molto tempo dopo in tutto il territorio nazionale, riscuotendo grande successo ed acquisendo ovunque riconoscimenti e premi, tra i quali ricordiamo: "trofeo San Giovanni" , mostra al " circolo culturale Enars-Acli ", "gran premio decennale Eur Notizie" ,"rassegna d'arte contemporanea galleria  La Caravella" ,"trofeo Anzio 1977" ,  "incontro arte e industria" , seconda mostra " arte libera per libera informazione( promossa dalla rivista delle nazioni " , "arte figurativa e televisione " ,  " v biennale di Monterotondo " ,mostra "il quadro e la scultura dell'anno" ,"mostra all'hotel savoy" , esposizione presso " friends art cafe' " , solo per citarne alcuni.

NOTA CRITICA
Con D'Auria ci troviamo di fronte ad un artista profetico,che scorgendo la tragicita' del legame lacerato tra umano e divino sa affidarne gli aspetti ad opere che divengono documenti sorprendenti d' umanita' in cui appare l'ossequio alla tradizione , teso,nel contempo , ad una ottica modernissima, sia nelle strutture formali ,con particolare accento alla plasticita',che nella carica concettuale.
Da ultimo,in questa sua gia vasta e poliedrica produzione ,una menzione particolare va riservata al suggestivo tema della danza ,a lui molto caro e vicino,avendola praticata in gioventu',che ne fa un artista assolutamente "sul generis"per la capacita' interpretativa  nel saper fissare sulla tela con estrema abilita' i concetti fondamentali del movimento stereodinamico,in una mirabile sintesi onirica nella quale ,pur attraverso la matericita' degli strumenti e la decisione del tratto,riesce a ricreare l'eco vibrante del dinamismo ,nonche' ad offrire ed imporre allo spettatore un'idea esaustiva di spazio tempo ,essenziali elementi fisici nei quali si dipana la danza.
Questa sua peculiarita',che a tratti non disdegna vaghe,velate reminescenze di un anticonformista Lautrec,ed il suo esclusivo ,singolare rapporto con il linguaggio pittorico,denotano,pur nella complessita' della realizzazione matura,uno stupore ed una capacita' di raggiungere l'essenziale,tipica dell'ingenua sensibilita' infantile,una sensibilita',che coadiuvate dal desiderio vivo di raggiungere nuovi e piu' audaci traguardi,lo incita ,ora,a sperimentare nuove relazioni con la musicalita' della parola e ad avviare una profonda esplorazione dell'immaginifico e del fantastico di cui quest'ultima meritoria fatica e' l'inequivocabile eloquente testimone.